Che cos’è il Narrative Design?
Cercando di dare una risposta di pancia potremmo banalmente affermare che si tratti della stesura di una storia. La verità, però, è che questa domanda necessita di un ragionamento più “cerebrale”. Il Narrative Design è sì assimilabile alla scrittura di un racconto, ma prevede anche un’ampia conoscenza del mercato di riferimento e di tutte quelle meccaniche che lo accompagnano. Realizzare la trama per un videogioco è ovviamente differente rispetto a fare lo stesso lavoro per un gioco da tavolo. Questo perché si tratta di due linguaggi differenti e, come tali, devono essere affrontati, compresi e padroneggiati dal narrative designer di turno.
L’obiettivo che si pone il corso di Narrative Design è quello di aiutare gli studenti a comprendere le differenze stilistiche e ludiche tra i vari media, abbinando il tutto alle più semplici regole della scrittura. Una volta apprese le basi, cercheremo di affinare al meglio un progetto personale per poi poterlo sottoporre alle differenti realtà italiane ed estere.
Il tutto mentre si continua a parlare di videogiochi, giochi di ruolo, giochi da tavolo e librogame.
Questo non perché ci piaccia perdere tempo, anzi. Questio perché il narrative designer deve essere aggiornato quotidianamente sull’evoluzione dei vari linguaggi, imparando a sua volta a comunicare con le altre figure professionali presenti all’interno della pipeline di produzione.
Rimanendo nel campo dei videogiochi, per esempio, è innegabile che ci sia stata una grande evoluzione nel corso degli ultimi anni. Dalle avventure testuali siamo passati ai primi “giochi” dotati di “video”, scoprendo nuovi modi di suscitare emozioni nel grande pubblico. Inevitabile poi l’avvicinamento al medium cinematografico, che ha vita ai primi titoli in FMV (Full Motion Video), mutati successivamente in opere più creative come quelle sviluppate da Quantic Dream (Heavy Rain, Detroit: Become Human).
Insomma: anche all’interno di una precisa categoria videoludica troviamo una miriade di sfumature, che devono essere note a chiunque voglia lavorare in questo ambiente. Un ambiente in costante evoluzione, soprattutto all’interno del (tardivo) mercato italiano. Ed ecco che si arriva anche alla parte più drammatica per un narrative designer: come si fattura in Italia? Come posso essere riconosciuto per quello che faccio? Una tematica che ci piace affrontare di petto, lavorando in questo ambito da diversi anni ed essendoci scontrati con la miriade di problematiche burocratiche del Bel Paese.
Ovviamente tutto è risolvibile. Tutto ha una soluzione.
E “per fortuna”, aggiungeremmo.
Dopotutto, anche se i finali drammatici hanno sempre un grande fascino, chi non ama i lieti fine?